Ve lo ricordate “Sit on my face” della mitica Rose britannica? Charlotte Rose e la sua #PornProtest davanti a Westminster qualche anno fa hanno fatto scalpore.
D’altra parte chi può dare torto a tanto furore sessuale?
Il facesitting è una pratica abbastanza comune e consiste appunto nel sedersi sul volto del partner, che da quella posizione può praticare all’altro cunnilingus o anilingus. Diciamo una modalità alternativa per godersi un po’ di sesso orale.
Viene chiamato qeening se è la donna sedersi e kinging se lo fa l’uomo.
Sicuramente sapete come funziona vero? Magari lei inginocchiata sul volto del partner ma reggendosi alla testiera del letto oppure semi-inginocchiata con una gamba per terra. Il face-sitting con la donna dominante viene ritenuta una posizione che amplifica il potere femminile all’interno della dinamica erotica, all’inverso nel kinging è ovviamente l’uomo a gestire la situazione.
Questo non infila il facesitting automaticamente nel BDSM. Al contrario, è solo una felice soluzione per una complicità giocata sul filo del possesso e delle pressioni.
Si può infine allungare in un 69 e quindi elargire una vivace reciprocità.
Piace a tutti e a tutte?
Nel film “La riffa” c’è una scena in cui Giulio Scarpati chiede a Monica Bellucci di sedersi sulla sua faccia e lei lo fa, priva di lingerie. Che meraviglia, le pellicole che sdoganano i percorsi libidinosi della libertà!
Sul piano sensoriale l’esperienza è davvero molto intensa. Dove la vista, gli odori e gli umori sono forti si moltiplicano le emozioni e le eccitazioni e in più ce la spassiamo con quel misterioso equilibrio di potere e devozione che è la chiave della posizione.
Resta comunque pur vero che, all’interno di un rapporto di adorazione della padrona, è effettivamente diffuso il facesitting con un sottomesso che obbedisce e subisce…ammetterete però che è un bel modo di subire, vero?
In questi casi capita si usino gli smother box ovvero dei box utili a immobilizzare la testa del sottomesso o della sottomessa. E, naturalmente, non una safeword ma la bontà di chi domina: insomma per evitare il soffocamento è bene lasciare che chi giace sotto abbia modo di respirare!
La colonna sonora della #PornProtest di Charlotte Rose fu proprio “Sit on my Face, mitico brano dei Monty Python, un gruppo inglese degli anni ’80, vero inno al sesso orale e anche rito propiziatorio alla disinibizione.
Niente di morboso e pericoloso, solo una pratica piccante dunque. Potete lasciare che faccia, ano e genitali vivano i loro momenti di gloriosa ebbrezza.
Evviva il gusto hot. La vostra sex coach lo benedice.
Ora, è chiaro, voglio sapere se e quanto siete golosi, abili in facesitting, attivi o passivi, habitué o aspiranti…Dite Sit on my Face o gradite sentirvelo dire?
Mi piace molto il facesitting, ovviamente se il grado di confidenza, di eccitazione e di passionalità è elevato. Mi piace perchè mi fa sentire sia oggetto a disposizione della mia donna che parte attiva, attivissima del suo piacere, e di riflesso anche del mio!! Quindi non vedo l’ora di vederti seduta su di me, cara Serena!!
PS: sarebbe interessante anche che la cosa fosse ricambiata 😉
Mi chiedevo, Serena, se fosse il facesitting una delle molte posizioni per ricevere il sesso orale oppure fosse una pratica che comprende più posizioni in cui l’uomo è sottomesso, perchè in quel caso non è il modo in cui la vivo col mio ragazzo. Volevo allora chiederti se fosse una posizione o una pratica. Grazie e ciao
Miriam
…..il piacere è tutto mio Serena Key sex coach. Spero di rivederti presto a Torino e mettere in pratica anche questo tuo servizi(etto)o. Buon weekend
Personalmente mi schiero tra quelli a cui piacerebbe essere sbattuto sul letto/per terra e ricevere, senza tanti giri di parole, il tuo fondoschiena (vero e proprio capolavoro) in faccia. Sentire Il mio viso avvolto dalle tue natiche mentre ti dono piacere, il prendere fiato dalla bocca tra una leccata e l’altra perché il naso è schiacciato; tu che aumenti la pressione con il crescere del godimento….non saprei che altro desiderare