Mentre si discute di avances e molestie, nei luoghi di lavoro si fa anche -da sempre- sesso consenziente e decisamente appagante.
Altro che giochi di ruolo, i camici da dottore e infermiera si sono spesso piacevolmente intrattenuti in pratiche erotiche in qualche ambulatorio. Del resto quale retrobottega o camerino di un negozio non ha visto commercianti o commessi in preda a un raptus da scopata selvaggia?
Sul treno capita ai ferrovieri, in posta ai postali.
I colleghi che si appartano per una piacevole pausa di ristoro sessuale sono decine, centinaia o migliaia ogni giorno del calendario. Complice lo stress o galeotta la voglia di evasione e brivido, ogni posto è buono per stuzzicare qualche idea piccante. Le situazioni si prestano, al contatto che eccita, alla battuta che scalda, alla location che intriga.
Dietro il bancone del bar lo struscio inevitabile è arrapante e predispone all’appuntamento appena possibile. D’altra parte la notte dei panettieri è lunga e il calore del forno è un ottimo motivo per spogliarsi, di abiti e tabù. Il desiderio si incolla addosso a tutti. All’istruttore della palestra al quale oltre ai muscoli viene duro qualcosa che gonfia bene la tuta e fa sbavare l’istruttrice. Alla cassiera della macelleria che può godersi una sosta sul retro, tra carni animali e umane. Ai parrucchieri e alle parrucchiere che tirano il fiato con una libidinosa sveltina.
La confidenza e la vicinanza sono micce, bisogna dirlo.
D’altra parte ci sono divise da lavoro che arrapano tanto quanto la trasgressione.
Nell’immaginario collettivo il sesso proibito ha sempre un tasso altissimo di gradimento. E poi ammettiamolo, la collega è figa, il collega ammicca, l’occasione è ghiotta. Lei è sempre china a sistemare scaffali con il culo che chiama a gran voce. Lui ha quello sguardo da toro sciupafemmine che ti bagna tutto il giorno.
Il lavoro assorbe, assilla, stanca. Se una succhiacazzi ti tratta bene, a fine “servizio” ti riconcili con il mondo. E le povere lavoratrici che a fine turno sanno di averne un altro a casa tra cena, lavatrice e polvere non possono che trovare conforto in qualche lingua che lecca a dovere.
Saper cogliere l’attimo è fondamentale. Lei ti avvisa che va a rinfrescarsi un po’ nello spogliatoio e tu abbocchi, giustamente.
Se a scuola non è possibile attentare alle virtù dei giovincelli, bidelli, insegnanti e impiegati, trovano modo di sollazzarsi intimamente tra loro, mi pare umano e naturale.
La routine e la tensione hanno bisogno di attimi di ruggente piacere. Qualsiasi luogo di lavoro è perfetto pure per liberare le fantasie che tra le mura domestiche, chissà poi perché, stanno al guinzaglio.
È bella perfino la parte del cliente che intuisce…mentre i due lavoratori si ricompongono cuffie, grembiuli, gonne e pantaloni.
Non vi sto invitando ovviamente a impelagarvi con amanti fissi tra le corsie, nei depositi del supermercato, nei bagni dell’assicurazione. Tutt’altro. Datevi alla scappatella al volo, all’orgasmo senza storie da mantenere. Per la felicità di tutti, datori di lavoro inclusi. Già, il sesso work in progress aumenta e migliora la produttività. Peraltro, devo dirvelo, è il modo migliore per dare e prendere inculature. Altro che rabbia, cattiverie e frustrazioni, rullo di tamburi e diletto a gogò.
Tra i banchi di scuola, da studenti, o dall’altra parte della staccionata, prof. o bidelli, quando i corridoi sono deserti, negli sgabuzzini bui o nelle biblioteche deserte…
Quante storie avresti da raccontare, Amaranto. Sono tutta orecchie. Ti aspetto nello spazio della posta, La buca delle lettere. Un bacio, Serena Key Sex Coach
Cara sex coach, qualche sera fa sono tornato tardi dal lavoro. Ufficialmente trattavasi di straordinario. Maria la tigre (chiamiamola col suo nome!) ha fatto irruzione nel mio ufficio. Nonostante fossimo lontani da occhi indiscreti, qualcuno ha fiutato l’orgasmo. Ho sentito dei passi fermarsi davanti alla mia porta. La mattina successiva, tornato sul lavoro i colleghi mi guardavano strano. Qualcuno m’ha fatto addirittura l’occhiolino, ho fatto finta di niente. La mia paura è che le voci arrivino al mio capo (donna). C’è la telecamera di sorveglianza per il corridoi. Ci sono i colleghi invidiosi. Le subalterne rompipalle. Ho paura che da un momento all’altro mi arrivi una contestazione disciplinare. Tu hai ragione, mi sono divertito, mi sono lasciato trasportare dall’istinto. Adesso sono preoccupato e non so se sia possibile che io rischi anche il licenziamento. Non credo che ne sia valsa la pena. Ciao Serena
A tutto c’è una risposta!
Innanzitutto guardiamo l’aspetto penale. Fare sesso in ufficio, nei luoghi aziendali ovvero bagno , ripostiglio, magazzino e via dicendo, non può essere considerato un atto osceno in luogo pubblico. Si tratta bensí di un illecito amministrativo punibile dalla pubblica autorità con una sanzione che va da 5.000 a 30.000 euro. Non puoi essere sanzionato da un dirigente o da un collega. C’è poi un secondo fattore che esclude la presenza dell’illecito amministrativo. Il luogo deve essere “pubblico” o “aperto al pubblico”. Tu hai chiuso la porta e hai fatto in modo che nessuno vi vedesse.
Veniamo invece all’ambito civilistico. C’è la possibilità che venga preso un provvedimento disciplinare nei tuoi confronti. Innanzitutto la lettera di contestazione ti deve essere inviata in tempi rapidi. Inoltre ti spetta prendere visione degli atti interni del procedimento, ovvero le segnalazioni fatte dai colleghi che vi hanno sentiti, in modo da poterti difendere. La contestazione deve arrivare a te e a quella tigre di Maria, sempre che si sappia chi era.
Infine, sono vietate le telecamere sul luogo di lavoro salvo quelle per difendere l’azienda dai ladri e comunque previo accordo coi sindacati o la direzione del lavoro.
Sarà difficile che il tuo capo possa licenziarti. Questo provvedimento è riservato solo alle condotte che ledono irrimediabilmente il rapporto fiduciario. In più, per legge, se mai dovesse inviarti una contestazione disciplinare, il datore dovrebbe mirare a preservare la tua privacy e, quindi, non potrebbe divulgare il fatto (diversamente potresti essere tu a fargli causa e a chiedergli il risarcimento).
Inoltre, il fatto di aver folleggiato con Maria fuori dall’orario di lavoro ti salva già in gran parte visto che non hai sottratto tempo alle mansioni per le quali vieni retribuito.
Senza un testimone oculare sarà difficile poterti addebitare un comportamento frutto solo di qualcuno che ha immaginato ma non ha visto; qualsiasi avvocato sarebbe in grado di scardinare un assunto del genere, posto che, peraltro, la presenza di sospiri non implica già necessariamente la consumazione del rapporto sessuale in ufficio.
Buon divertimento. Ancora e ancora. Serena Key Sex Coach
Sex Coach ed anche un ottimo Avvocato difensore direi …..
Son certo che in quell’aula del Tribunale, con tutti i tuoi validissimi argomenti, il Giudice si farà convincere sull’innocenza dell’imputato, cara Avv. Serena Key ….
Assoluzione con formula piena, scuse della corte ed invito a consumare ancora il fatto che non costituisce reato, ma solo invidia in chi non ha mai provato il sesso sul luogo di lavoro ….. e non solo nel classico ufficio ….
Questa è la fantasia più diffusa tra noi mortali, ma che in pochi riescono a mettere in pratica. Vuoi i tempi ristretti, vuoi la paura di essere scoperti. Sicuramente da realizzare nei modi e nei tempi giusti. Grazie Sex coach